Se si volesse usare una metafora, la fisarmonica rappresenta perfettamente l’andamento climatico di questo 2023. L’inverno caldo e siccitoso ha influito sulla differenziazione dei fiori al ribasso; il germogliamento anticipato e ritorno di freddo hanno prodotto qualche danno sui germogli delle varietà a schiusa più precoce.
Le piogge alluvionali che purtroppo hanno colpito la nostra regione (fortunatamente non hanno procurato danni ingenti ai nostri vigneti) e il freddo di maggio hanno influito sull’allegagione dei fiori e il rialzo termico successivo ha fatto letteralmente esplodere la vegetazione.
Le sommatorie termiche danno un ritardo di circa 10 giorni sull’inizio della vendemmia rispetto al 2022, ma le buone escursioni termiche della settimana di Ferragosto hanno impresso una certa accelerazione. La vendemmia dei vigneti di Castel San Pietro è iniziata il 24 agosto; la novità rispetto agli anni passati riguarda gli orari di raccolta: sono diventati semi-notturni per preservare la qualità delle uve ed evitare uno stress ai grappoli legato al caldo eccessivo delle ore diurne.
Le varietà precoci come Pinots e Chardonnay sono tra le prime uve ad arrivare in cantina, con quantità leggermente inferiori rispetto al 2022, ma con ottimi valori di acidità e pH. Buoni gli aromi, come si riscontra assaggiando le uve di Sauvignon, ormai prossimo alla raccolta.
Complessivamente, quindi, ci si aspetta una vendemmia in calo dal punto di vista quantitativo, come un po’ in tutta Italia, ma molto interessante dal punto di vista qualitativo, visto che le acidità si sono mantenute bene, i pH non sono alti e, se avremo un buon settembre, arriveremo a raccogliere ottime uve di Sangiovese, che sono il “cuore pulsante” della produzione della Umberto Cesari.